Un foglio bianco, tutt'altro che vuoto! La funzione del gruppo nelle attività riabilitative.

Arrivo giusto giusto all'inizio dell'attività di Scrittura Creativa: i ragazzi hanno già preso il primo caffè mi presento con M., un ragazzo nuovo appena approdato al gruppo.

Mi sembra di avere di fronte un muro, è la prima volta che incontro un ospite così chiuso che trasuda un'enorme fatica nel relazionarsi con l'altro, una forte rassegnazione e una corazza spessissima che sembra invalicabile; ho l'impressione che questa persona sia come un muro di cristallo che alla minima oscillazione potrebbe rompersi in mille pezzi.

L'attività procede bene ma inizialmente non ho la più pallida idea di cosa scrivere: la conduttrice ci ha chiesto di scegliere una canzone da dedicare a qualcuno, non ho idea di quale scegliere a chi dedicarla e mi rendo conto che mi trovo stranamente nella stessa situazione di M., che guarda il foglio bianco, impassibile.

M. rimane bloccato per quasi tutto il tempo finché gli operatori gli rimandano che, se in questo momento non c'è spazio per nessuna melodia, è possibile ascoltare il silenzio.

M. riesce allora a scrivere due righe, brevi ma intense e pregne della sua persona.

Queste poche parole suscitano una moltitudine di reazioni e rimandi negli altri partecipanti...rimango affascinato da tutto ciò, da come il gruppo accolga M., da quanto ogni cosa parli di noi e persino il silenzio e la difficoltà possano essere trasformati per mezzo degli altri in una narrazione di sé. I partecipanti sono tutti coinvolti ed empatici, forse il vero elemento terapeutico non è l'attività riabilitativa in sé, ma il rispecchiamento mediato dagli altri, altrettanto sofferenti. M. è arrivato con il suo muro, sembra non aver un posto e non voler dire nulla sebbene risulti carico di sofferenza e vita vissuta... il gruppo, attraverso la sua accettazione, i rimandi empatici e l'ascolto, riesce a dare ad M. un rispecchiamento del suo modo di stare, a legittimarne l'esistenza e la presenza all'interno del gruppo stesso.